L’Arte del Dire e del non Dire

MassoneriaViene insegnato che l’aspetto esoterico del dire comincia dal “non dire” – Il teorema da dove nasce il principio delle Parole di Potere – Assonanza tra ritmi del Suono e cicli della Luce – Distruggere per Liberare – La Regola del Silenzio – Uso del Silenzio – Il senno è l’ago della Bilancia – La Potenza della Parola è proporzionata alla Volontà del Pensatore

L’intensità del pensiero agisce sulla vibrazione della parola, e se lo fa in modo potente, l’immagine-pensiero trasmessa manterrà le caratteristiche d’idea viva. Ricordiamo come l’educazione occulta sia un metodo che s’avvale della trasmissione d’idee viventi. E, come vedremo, l’educazione occulta non è quella dei “postulati segreti”, ma l’effetto dell’impressione psichica che si trasmette con il “suono della parola”.

L’Arte del Dire e del non Dire

Compendio sull’esoterismo del Silenzio e della Parola

di Athos A. Altomonte

Sommario: Viene insegnato che l’aspetto esoterico del dire comincia dal “non dire”Il teorema da dove nasce il principio delle Parole di PotereAssonanza tra ritmi del Suono e cicli della LuceDistruggere per LiberareLa Regola del SilenzioUso del SilenzioIl senno è l’ago della BilanciaLa Potenza della Parola è proporzionata alla Volontà del PensatoreConclusioni

Prologo

Prima di dare inizio al compendio, è necessario concordare alcuni aspetti dell’uso della parola che, senza giungere agli eccessi del sofisma, possiamo dividere in quattro grandi ordini:

Parlare (tanto) per dire … l’uso profano della parola.

La verbosità e la dialettica discorsiva sono il flatus vocis; cioè, l’aspetto del suono che volge all’effimero. Questo “parlar leggero” è la vocalizzazione dell’apparire, senza badare troppo alla sostanza, né alle conseguenze del proprio dire.

Parlare per annunciare … l’uso exoterico della parola.

Si avvale del nozionismo, anche enciclopedico, per erigere totem a culture impregnate d’ideologie spesso d’opposte tendenze, così che dai diversi paradigmi finiscono per emergere conflitti inalienabili. Un altro aspetto exoterico è quello usato nelle rappresentazioni psicodrammatiche politiche, artistiche e religiose, che si basano sull’uso affabulante o veemente della parola.

Parlare per trasmettere …. il livello più evoluto del parlare.

A cominciare dal trasferimento delle più alte proprietà scientifiche e metafisiche, e sino al carisma iniziatico, basato sulla trasmissione d’impressioni psichiche, ovvero, sull’uso delle immagini mentali.

Questo è l’aspetto che più interessa l’adepto. L’idea, trasmessa lucidamente dalla parola, catalizza la coscienza dell’ascoltatore (v. akoustikoi) e ne impressiona la sostanza mentale generandovi nuove forme pensiero (v. mondo delle idee).

L’intensità del pensiero agisce sulla vibrazione della parola, e se lo fa in modo potente, l’immagine-pensiero trasmessa manterrà le caratteristiche d’idea viva. Ricordiamo come l’educazione occulta sia un metodo che s’avvale della trasmissione d’idee viventi. E, come vedremo, l’educazione occulta non è quella dei “postulati segreti”, ma l’effetto dell’impressione psichica che si trasmette con il “suono della parola”. Nei fatti, l’educazione occulta può agire come una prima illuminazione intellettuale (non spirituale). Viene generata dal potere del suono e non solo quello della parola (vibrazioni sonore), che raggiunge la coscienza dell’ascoltatore, facendovi emergere nuove idee attraverso un fenomeno elettromagnetico d’immagine sonora che simile a quello dell’elettrolisi (v. l’interazione tra i neuroni, scatenati dall’impressione sonora, e la massa cellulare dei due lobi cerebrali, come avviene tra catodo ed anodo).

Ecco che la trasmissione iniziatica della Parola assume la valenza di potere. Soprattutto se l’emissione sonora (vocalizzazioni sacre) è connessa all’energia di un Eggregore rituale.

Tacere … ha diversi aspetti, che non sempre sono conseguenti uno all’altro.

Il tacere può significare n ascondere, mentire ma, all’opposto, secretare significa conservare e difendere. Tacere significa anche sottintendere, tra pari, un pensiero che si vuole tutelare dalla curiosità generale. Nell’educazione occulta il silenzio è un sottile elemento di pressione psicologica, che l’Iniziato usa per “costringere” il neofita alla ricerca, stimolandolo ad assumersi le prime responsabilità verso se stesso ed il proprio lavoro. Oppure, un’altra forma sottile per sollecitarne una decisione autonoma, che possa dimostrarne la capacità o il valore.

Ogni archetipo “esiste” in una dimensione propria ed immutabile (v. iperuranio platonico) che, dall’osservatore, non può essere concepita che adattando la propria mente alla forma primigenia dell’idea archetipa (ad es. solo attraverso la propria mente spirituale, l’osservatore potrà concepire il principio di un’idea spirituale). Dunque, se il contatto tra “osservatore” ed “idea osservata” avviene sul piano del principio (l’habitat metafisico,) non ci sarà alcuna distorsione nella “luce” di quell’idea, né si creeranno falsi riflessi nel pensiero dell’osservatore (v. illusione).

Ma quando le idee vengono osservate solo dal basso, ovvero, quando la loro immagine viene attratta, e fatta discendere nella sostanza materiale della mente fisica (v. etere riflettente). In quel contatto le due sostanze si mescolano e l’idea archetipa subisce trasformazioni significative. Perdendo gran parte della propria limpidezza, l’idea archetipa passa da una naturale situazione di multidimensionalità (v.) alla rappresentazione bidimensionale d’una idea fisica (immagine materiale). Ma anche nelle rappresentazione bidimensionali l’idea può subire ulteriori riduzioni, dovute questa volta ai limiti personali dell’osservatore.

In questi termini l’unicità dell’idea finisce per trasformarsi in una molteplicità di ragionamenti, tutti diversi, che ne dissolveranno i significati originari in una nebulosa d’interpretazioni.

La diversa capacità di concepire è posta su una scala ideale fatta di 4 livelli. O forse sarebbe meglio parlare di dislivelli, che a secondo della sensibilità individuale, indicano la capacità di concepire singoli frammenti di pensiero oppure l’intera idea.

Da questi dislivelli nasce la classificazione degli aspetti razionali exoterici, intellettuali-exoterici, intellettuali-esoterici e spirituali- iniziatici. Che indicano la diversità d’intendere una Idea o un Principio. E per assecondare la diversa attitudine di percepire uno stesso concetto, il “corpus iniziatico” è stato suddiviso in due classi. Seguendo il canone che l’idea tiene dietro al Principio, una classe è dedicata ai Misteri minori che sviluppano la visione fisica dell’Idea ed un’altra dedicata ai Misteri maggiori che approntano la visione metafisica del Principio.

Viene insegnato che l’aspetto esoterico del dire comincia dal “non dire”

Come ogni altro concetto iniziatico, neanche la Regola del Silenzio dovrebbe essere presa come un concetto a sé stante, perché ne conseguirebbe un pensiero monco e fuorviante, tipico del procedere exoterico. Con la ricerca esoterica, invece, qualsiasi Precetto viene preso come una parte di un paradigma maggiore, d alle implicazioni più ampie, che portano a conclusioni diverse da quelle che scaturirebbero considerandolo nella sua “singolarità”. Ecco perché dovremo sviluppare il tema attraverso più paragrafi.

In quest’ottica, infatti, anche un argomento apparentemente semplice come dire o non dire, può spaziare fino ai confini del “sacro” (sacrum facere).

Cominciamo dall’assunto che, verbalizzare un’idea (la precipitazione psichica dell’idea che avviene con la parola), corrisponde all’incarnazione dell’idea stessa. E la capacità di “animare” le Idee di carattere superiore (v. archetipo) è prerogativa dell’uso iniziatico della parola.

Animare un’idea è possibile solo a chi conosce, e sa mantenere, il giusto rapporto tra il valore dell’idea e la qualità delle parole usate per trasmetterla (v. vibrazione e modulazione energetica). Così, Dire o non Dire non è più solo una capacità dialettica, ma uno strumento potente a disposizione dell’Iniziato.

Il teorema da dove nasce il principio delle Parole di Potere

La Parola di Potere e la Parola sacra, anche se per scopi diversi vengono entrambe fatte ri-suonare dall’Iniziato: iniziatore od officiante che sia. Tra gli scopi principali della Parola di Potere, ricordiamo quello di “trasmettere l’idea” (il segreto iniziatico), con cui l’iniziatore impressiona la coscienza del neofito nell’attimo del riconoscimento iniziatico. La Parola sacra è insita nell’uso invocativo-evocativo che se ne fa nella teurgia cerimoniale.

La prassi misterica è la realizzazione tangibile dei Cerimoniali provenienti dalla tradizione degli Antichi Misteri (Mediterranei). Che i cerimoniali pubblici ed exoterici hanno solo saputo rappresentare sotto forma simbolica, perché, si basano sull’apparenza formale piuttosto che sull’essenza dell’Iniziatore e dell’Officiante.

Assonanza tra ritmi del Suono e cicli della Luce

Per capire il potere della parola bisogna partire dall’assunto, che questa non è solo la materializzazione di un’Idea, ma è anche suono, le cui vibrazioni possono impressionare mente e coscienza dell’essere vivente.

La complementarietà di suono e parola (v. il termine modulare), comporta una sequenza che si può riassumere così: emissione-pausa-emissione-silenzio. Ed anche se il silenzio può apparire come buon ultimo, non deve essere creduto un componente minore. Perché il silenzio, piuttosto, è un’assenza di suono che può riecheggiare, tanto da risultare più eloquente, capace di assumere aspetti più imperativi, dirompenti ed allusivi, di qualsiasi discorso.

Gli aspetti che accompagnano la sequenza di emissione-pausa-emissione-silenzio (v. il termine sinusoide ed onda sonora sinusoidale), sono correlati ai cicli-cadenze e ritmi che costituiscono ogni struttura sonora (v. le Figure Sonore) e non solo.

I ritmi del suono ed i toni della parola sono correlati al sistema di cicli-cadenze e ritmi, che determinano il moto del sistema solare, l’andamento planetario ed i ritmi vitali d’ogni essere vivente (v. cicli circadiani).

I ritmi di luce solare sono i calendari ciclici raffigurati nel Gran Libro di Natura (v. art.). E sarebbe assai riduttivo considerare la sequenza emissione, pausa, emissione e silenzio solo come una regola musicale, o una massima dell’arte discorsiva, perché, questo tipo di sequenza tono-intervallo-tono (v. intervallo d’Ottava) è alla base dei canoni dell’Armonica sonora (Pitagora).

Per cui l’intervallo (il silenzio, anche mentale) è la soglia di uno spazio ancora inespresso. Quindi, l’intervallo tra due emissioni definisce una “fenditura” nello spazio e nel tempo, che unisce la dimensione fisica a quella dell’infinito immanifesto, in cui tutto è ancora possibile. A questo punto, però, probabilmente l’argomento sta diventando troppo tecnico per gli scopi di questo compendio.

Distruggere per Liberare

Il suono della parola (vibrazione e tono) è un aspetto creativo della coscienza.

La forza della parola, con l’ausilio di una mente evoluta, può generare fenomeni dinamici che possono essere tanto creativi che distruttivi.

Un esempio creativo dell’uso della parola, può essere desunto dal metodo detto: «bocca-orecchio». Che significa la capacità di trasmettere un’Idea di Sintesi, intellettuale o spirituale, all’interno di una coscienza ancora oscura. Impressionandola con pensieri dalle forme complete e ben definite. Questo tipo di educazione è una prima forma d’illuminazione che intercorre tra Maestro ed Allievo.

Con lo stesso criterio, e non si deve credere che il «bocca-orecchio» sia solo un’espressione simbolica, si può manifestare l’aspetto distruttivo della parola. Il cui utilizzo più usuale è quello di dissolvere, nella stessa coscienza oscura, i modelli di pensiero psicologicamente viziati o semplicemente corrotti.

Ecco la natura dell’educazione occulta*. Così chiamata perché non utilizza strumenti propriamente fisici, preferendo utilizzare il suono della parola per trasmettere ideogrammi mentali. Con questo metodo (bocca-orecchio), un Iniziato progredito è in grado di “distruggere” le forme illusorie in una mente ancora poco avvezza a discriminare. Liberandola dalle forme di pensiero errate, devianti, soggioganti o illusorie che l’occupano.

Per usare un tratto di linguaggio pittorico, si potrebbe dire che l’educazione occulta libera la mente: « ..così come la luce scaccia il buio e il vento dissolve nebbie e miasmi».

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* L’educazione comunemente conosciuta è un’attività esterna dell’essere, un passaggio di nozioni che spesso assume le caratteristiche di fenomeno imitativo. L’educazione occulta, invece, è un fenomeno interiore che si avvale di strumenti mentali prossimi all’intuito. Questo tipo d’educazione è prima guidata da un Istruttore esterno, poi, con l’esperienza, sarà lo stesso Iniziato a stimolarne i canoni interiori, mettendosi in “contatto” (v. ponte reale, ponte antahkarana) con la parte sottile di se stesso (v. Ego sup. Se impersonale, anima).

Per quanto concerne l’attività dell’Istruttore esterno, egli agirà nei confronti dell’allievo come uno speculum iniziatico: che gli riflette la sua stessa immagine, così da renderlo consapevole delle sue paure, dei suoi pregi e difetti. La consapevolezza che viene dall’osservare se stesso riflesso dall’Istruttore, induce l’allievo ad intensificare gli sforzi diretti nella “giusta direzione”. Accelerando i processi di mutazione attraverso costanti aggiustamenti dei propri atteggiamenti, esteriori ed interiori. Non solo, il flusso delle parole che l’Esperto convoglia nella mente dell’allievo, ha l’effetto di creare nuove strutture mentali che si aggiungono all’interno della stessa struttura originaria dell’ascoltatore (v. akoustikoi).

Questo metodo si avvicina al principio della rivelazione che svela ed alla trasmissione iniziatica. Perché i suoni e le immagini prodotte dall’Istruttore, evocano nella coscienza dell’allievo ricordi primordiali o superconsci, mettendolo in contatto con parti di sé dimenticate o ancora da svelare.

Da un antico Commentario: «…il silenzio è la terra del pensiero, che ricopre e nasconde, ma è solo lì, nel silenzio, che germina l’idea ancora sconosciuta».

A ciò possiamo aggiungere che: nel silenzio delle emozioni emerge l’idea; realizzando un’immagine di sé che può essere riconosciuta anche dalla mente fisica. Questa realizzazione è prodotta dalla coscienza superiore (anima), che in assonanza con la volontà dell’Iniziato, dà vita alla rivelazione interiore. E come prepararsi a questa realizzazione è il Maggiore degli Arcani iniziatici.
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La Regola del Silenzio

Contrariamente all’opinione di molti, questa Regola non è indirizzata all’Iniziato, che non abbisogna di ammonimenti per attenersi a comportamenti giusti ed equilibrati. Piuttosto raccomanda al Postulante: ascolta, raccogli, analizza, assimila, diventa… e poi parla.

Leggendo la Regola, si capisce che non significa solo «tacere» ma imparare ad «osservare e riflettere». Tacitando gli impulsi della mente che rapprendono ancora gli istinti della natura inferiore.

Il silenzio è anche sinonimo di modestia. Ma la modestia di chi sa non è un atteggiamento esteriore ma solo una condizione interiore. È l’essere coscienti che pur sapendo molto non se ne saprà mai a sufficienza. Per cui, la modestia non sta tanto nel dire di non sapere, ma nel sapere che non si saprà mai abbastanza. La Massoneria rammenta ai suoi membri più inesperti che: in Massoneria l’unico grado certo è quello di Apprendista.

Anche nella tradizione occidentale la prima regola dell’Akoustikoi era quella del silenzio. Akoustikoi significa ascoltatore, il neofito che nella Scuola pitagorea serbava l’assoluto silenzio, per sviluppare la capacità di penetrare il mistero attraverso l’osservazione interiore. A ciò, s’aggiungeva il continuare ad apprendere senza impartire ad alcuno un qualsiasi insegnamento. Compito a cui erano preposti gli Epopti, che avevano già superati i livelli di Mathematikoi e di Phisikoi.

Il riconoscimento dello status di Epopti andava a coloro «i cui occhi sono aperti».

Platone insegnava che «concentrandosi ad osservare il (proprio) plesso solare, si giungeva alla consapevolezza dell’universo»*. Una affermazione che fa riflettere.

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* L’antica saggezza orientale ha tramandato la cognizione dei mutui rapporti che s’instaurano tra i soli interiori (gangli energetici) nella fisiologia occulta dell’essere umano.

1 – rapporti tra i centri sopra il diaframma, cioè fra quelli di testa, cuore e gola (che raramente comprendono anche il centro posto tra gli occhi).
2 – rapporti tra i centri sotto il diaframma.
3 – tra i centri uniti dal passaggio delle forze energetiche da un centro inferiore a uno superiore attraverso il centro scapolare (la metafora delle ali).
4 – rapporti tra la pressione energetica dei centri soprastanti e quelli sottostanti il diaframma.
5 – tra il centro sacrale e quello della gola.
6 – tra plesso solare e cuore.
7 – tra il centro basale e quello coronale (della testa).
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Si delinea a questo punto, con maggiore chiarezza, come «l’arte del dire e del non dire» non sia il comune parlare, né la dialettica o la retorica e nemmeno la più evoluta ars oratoria.

Anche se sono tutte accomunate dalla presenza delle parole, il loro uso è diretto a scopi diversi da quelli della prassi iniziatica.

Uso del Silenzio

Si è detto che il suono della parola determina un potere e definisce una sacralità rituale.

Ma c’è anche qualcosa di più prossimo alle normali condizioni d’essere. E questo è l’aspetto etico dell’uso della parola.

L’aspetto etico è quello di non dire mai nulla che possa far recedere un aspirante dai suoi migliori propositi . Anche se spesso ci si dimentica che educare non significa solo incoraggiare, ma anche correggere. E lasciarsi correggere dai più competenti, fa parte di quella dote di buon senso necessaria per crescere: anche nei livelli più avanzati.

E a proposito del “non dire”, c’è anche da ricordare il silenzio-dissenso, che serve a non mettere in risalto chi grida sciocchezze. Un antico aforisma dice che: “cattivo discepolo è colui che, appena appresa una nozione, corre a gridarla ad ogni angolo del mercato”.

Il senno è l’ago della Bilancia

Ogni insegnante sa che potrà offrire il suo aiuto solo al momento giusto.

Né troppo presto, altrimenti quello che avrà da offrire sarebbe lasciato macerare nell’incomprensione.

Né troppo tardi, altrimenti il suo aiuto non avrebbe più scopo.

Allora, la scelta del momento è l’aspetto che più determinerà il valore del sostegno che si vorrà dare. Il momento giusto sarà l’attimo in cui l’aspirante è capace di comprendere non tanto ciò che vuole, quanto ciò che gli serve veramente. E lo dimostrerà formulando, anche in forma modesta, una concatenazione di domande assennate. Perciò, solo l’equilibrio di domande ben poste darà il segno che l’allievo è pronto. Questo significa: quando il discepolo è pronto il Maestro appare.

La condizione per cui l’allievo può essere messo a conoscenza di un brano d’insegnamento misterico, è che sia davvero necessaria per il suo progresso. Mai per soddisfare una sua curiosità. Perciò, l’aspetto esoterico del dire (svelare, aprire, comunicare e trasmettere) o del non dire (attendere il giusto momento di maturazione), è racchiuso nei termini di giusto tempo e giusta proporzione. E questo porta al simbolo della Bilancia. Nel simbolo della Bilancia sono rappresentati equilibrio e prudenza.

L’equilibrio, nel nostro caso, sarà quello di “né dare troppo, né troppo presto”, aspettando in silenzio ed osservando le iniziative che prenderà il postulante. Ma questo non significa che non lo si possa stimolare in ogni debita forma.

Un particolare genere di connubio tra equilibrio e prudenza è quello di comprendere che la parola Ri-vela. Ma questo può avere diversi significati. Il meno conosciuto è quello che la parola ri-vela il significato, cioè, lo vela due volte, sino a renderlo del tutto impercettibile: ed a scoprirlo di nuovo serve la ricerca esoterica. La ri-velazione, intesa come “svelare” un’idea, può avere aspetti benefici se ciò che viene rivelato è giusto, altrimenti, e questo accade di frequente, se fosse errato o quanto meno se l’idea ne risultasse deformata, il risultato potrebbe essere una menzogna, o peggio, assumere una forma malefica. Ecco l’importanza di sapere con esattezza ciò che si dice e la prudenza di trasmettere concetti iniziatici solo a chi, poi, sia in grado di mantenerli nella loro debita forma.

Un tale esempio di prudenza, può essere individuato nella Parola di Passo del massone che ad una prima domanda risponde: … dì tu la prima parola che io poi ti dirò la seconda … e così via. Come non concordare con la prudenza di chi, prima di aprirsi, aspetta di vedere con chi sta trattando e, soprattutto, se sia giusto farlo.

La Potenza della Parola è proporzionata alla Volontà del Pensatore

La parola evoca immagini mentali, per questo non vi è nulla di più esoterico di costruire immagini da offrire alla mente dei postulanti. Questo solleva in loro il vento dell’ispirazione.

Il vento dell’ispirazione, allora, può non provenire solo dall’afflato spirituale, ma anche dalla voce di chi riesce a far vedere all’allievo l’inimmaginabile. E se l’inimmaginato è reso visibile, l’educazione occulta dell’allievo procederà spedita quanto la forza di quelle immagini.

È scritto in un antico Commentario:

«Suono, luce, vibrazione e forma si fondano e si uniscano: il lavoro è uno. Procede secondo la legge e nulla può fermarlo. L’uomo respira profondamente. Concentra le forze ed emette la forza di una forma-pensiero.»

In questo precetto troviamo i termini per la costituzione di un Eggregore rituale.

Un Eggregore rituale, al pari di un comune eggregore associativo, è una forma pensiero cresciuta attorno all’aura di una persona (v. carisma) o per volontà di Gruppo (v. spirito di Gruppo). E se ne possono trovare di tutte le specie e qualità, soprattutto di genere oscuro. Perché, la volontà individuale o di Gruppo non è sempre di qualità sottile. Anzi, nei casi più frequenti è l’espressione di un desiderio, magari nemmeno tanto elevato. Per cui, nel bene o nel male, un Eggregore riflette (solo) le caratteristiche del suo o dei suoi artefici. Qualità specifiche dell’uomo che l’ermetismo ha sapientemente correlato con il valore dei metalli. A cominciare dal metallo più vile, il piombo, equivalente al corpo greve e materiale, per proseguire con lo stagno ed il rame, che sono una lega e quindi un miscuglio di più elementi coscienziali, l’argento, simbolo dell’intelligenza riflessa, e l’oro, analogo della coscienza spirituale.

In effetti noi siamo e diventiamo ciò che pensiamo, e un eggregore individuale (v. Angelo custode o Aiutatore invisibile) o di Gruppo segue lo stesso principio.

Se la persona o il Gruppo è di modesta levatura anche l’eggregore lo sarà. In altre parole, una forma pensiero sarà sempre composta da elementi energetici uguali a quelli del suo “generatore”. Perciò, non è detto che un eggregore, per il solo fatto d’essere un’entità sottile, debba essere per forza di qualità sopraffina. A conferma di ciò, esistono Circoli e Templi esoterici e religiosi che hanno irradiato forme d’eggregore passionali ed astrali.

Questo bisogna sapere, per distinguere tra la generazione passionale o exoterica di un eggregore, e i veri aspetti di un Eggregore rituale. La cui maggiore importanza sta nel fatto che, solo un Eggregore rituale può mettere in comunicazione l’Officiante con un Eggregore Maggiore, come potrebbe essere quello di un Antico Ordine.

Con un Atto di Volontà, l’Iniziato può coniugare al Potere della Parola il creare immagini mentali (v. visualizzazione), così com’è fissato nei fondamenti dell’Ars Regia.

Se alla Volontà del suono che genera vibrazione, colori, parole ed immagini l’Iniziato vorrà aggiungere la Volontà del gesto, si porterà sulla soglia dell’Alta Magia Rituale. Che non è magismo, bensì l’Ars Pontificia, ultimo gradino dei Misteri Maggiori.

Conclusioni

L’antico compito dell’akoustikoi era lo stesso del moderno Apprendista.

Attraverso un profondo riorientamento della mente concreta, l’Apprendista deve ricostituire dentro di sè l’ordine in termini di geometria del pensiero. Questo diverso modo di pensare, di parlare e d’agire, porta al declino della ragione istintuale e passionale, che man mano verrà sostituita dalla logica a cui, in un secondo tempo, s’aggiungerà l’intelligenza intuitiva e l’empatia.

Per definizione, questo è il Capo-lavoro dell’Apprendista.

Quando l’arte del parlare sarà preceduta dall’arte del pensare agiranno i “cauti” ed i “senzienti” che saranno introdotti alla risoluzione naturale dei propri misteri. E attraverso l’ultima iniziazione (l’Ars Pontificia), potranno raggiungere essi stessi la condizione di pontifex. Coloro che possono unire la (propria) Terra al Cielo (interiore).

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