«…se nel Sentiero, dopo aver conosciuto l’Anima come primo Maestro, è indispensabile l’aiuto di un Maestro ulteriore, c’è chi ha fatto il Percorso verso la Monade da solo?»
D: «…se nel Sentiero, dopo aver conosciuto l’Anima come primo Maestro, è indispensabile l’aiuto di un Maestro ulteriore, c’è chi ha fatto il Percorso verso la Monade da solo?» R: Notoriamente le tradizioni exoteriche non mostrano punti in comune. Anzi, per accreditare la propria diversità tendono palesemente a sconfessarsi l’un l’altra. Perciò, per affrontare il tema, bisognerà rifarsi ai canoni di “scuole” ritenute attendibili, per l’esperienza di coloro che hanno intrapreso con successo il Sentiero interiore. Del quale molto si parla, ma solo pochi sanno riconoscerne lo spirito che l’anima. Monade e nucleo monadicoIn mancanza di un rapporto diretto (ponte) tra coscienza fisica (personalità) e coscienza superiore (Ego o Sé), il neofito si lascia guidare (educare) da un istruttore, cioè un maestro esteriore, il cui compito non è quello di offrire nozioni, ma di assolvere (riflettere) alle “funzioni” dell’Ego, guidando, educando e suggerendo. Per questo, chi funge da maestro esteriore, non deve interagire con il Fr. minore come personalità (anche se avanzata), ma deve riflettergli solo quello di cui lui (l’allievo) ha bisogno, non altro. Senza addurre ai canoni dell’insegnamento null’altro che i suoi criteri, senza aggiungere opinioni né idee estranee ad esso. Ecco perché il vero insegnamento iniziatico è detto impersonale. La “costruzione” del ponte interiore (che gli occidentali chiamano Ponte Reale e gli orientali Ponte Antahkarana) sancisce l’unione tra la coscienza fisica (la parte immedesimatasi con gli attributi del corpo fisico) e la coscienza metafisica, o spirituale, (la parte restata distinta dai sensi materiali). Con questo risultato, l’iniziato potrà affrontare il secondo tratto del percorso interiore, ancora accompagnato dall’istruttore, o maestro fisico, che continuerà ad assolvere la funzione di bussola: per favorire, dopo l’orientamento intellettuale (piano orizzontale mentale), anche il riorientamento spirituale (piano verticale mentale). La concomitanza tra personalità conscia e superconscio (Ego sup. ed anima), suggella un accostamento tale da rendere impossibile distinguere i precedenti contorni. L’interazione tra l’attività delle due sfere mentali, fisica e superconscia, non comporta ancora la cosiddetta “fusione spirituale”, anche se giunge a costituire una terza sfera mentale (piano mentale astratto ed intuitivo), superiore al precedente, in cui si sommano i migliori attributi delle due ripartizioni. Questa capacità (apertura mentale) segna la Soglia dell’Iniziazione maggiore. Monade, è la denominazione occidentale (cit. Pitagora) che si allaccia alla metafora del frammento della Divina Presenza “caduto” (volontariamente) nei piani più densi della manifestazione (creato), per ravvivarli della propria presenza. Le Monadi, sempre secondo i linguaggi devozionale ed exoterici, sono i “Divini Costruttori” (di forme fisiche, Figlie dell’uomo), o “Figli di Dio”, perché fatti della stessa sostanza. Il Dio antropomorfo (ad immagine d’uomo) delle dottrine exoteriche, in altro pensiero è detto «l’Atomo di tutti gli atomi». Un’altra definizione che, benché metaforica, si accosta di più al concetto di monade come atomo monadico (nucleo di “sostanza spirituale”). Nucleo energetico privo d’attributo materiale, che anima la sostanza fisica, essendo questa energia nucleare la fonte di ogni forma vivente. Antiche Scuole di pensiero tramandano che l’atomo monadico (il nucleo spirituale), comunica direttamente con la “propria materia”, ciò a dire con la “terra inferiore” ch’è la propria sub-stanzia fisica. Una relazione (ponte) questa poco conosciuta, che gli orientali chiamano Sutratma (ponte d’oro, per la qualità sottile della sua energia), un “ponte sensoriale” a senso unico, con cui la monade può raggiungere la propria “ombra nella materia” senza che questa possa interagire rispondendole, perché la sua polarità è di tipo negativo rispetto a quella del nucleo “spirituale”. Ciò premesso, se si considerassero i criteri del “cammino di discesa” della monade (energia ad alta frequenza vibratoria) sino alla materia più densa (sostanza materiale ch’è energia a bassa vibrazione), s’evidenziano le caratteristiche di quella che viene considerata la “Via del Ritorno”. Ma affinché tutto diventi più chiaro, bisognerebbe abbandonare la visione exoterica di «alto e basso» e sostituirla con quella di «dentro e fuori». Una consuetudine, questa, dura da cancellare, ma tutto il sistema di “inter-spazi” è posto uno dentro l’altro e non uno sopra e l’altro sotto. Per cui, la monade, espandendosi all’esterno, si esteriorizza riflettendosi in una sostanza sempre più densa rispetto a quella centrale, cioè, di quella dell’atomo monadico. Allontanandosi dalla primaria identità centrale, l’energia del nucleo, concretizzando la propria identità, consolida un’entità detta anima. Così chiamata perché “anima, muove e sostiene” la vita di ogni forma materiale (corpo), composta di sostanze tanto diverse, che si sostengono in aggregazione per la sola presenza dell’anima (v. energia magnetica). Tutto questo in termini d’energia, ma non bisogna dimenticare che si sta trattando di “energia cosciente”. Ed infatti, il nucleo di tutto il discorso s’impernia attorno alla coscienza, che come il respiro s’espande per poi ritrarsi, ogni volta attraverso un percorso diverso, che all’andata viene chiamato Sutratma, al ritorno Ponte Reale o Antahkarana. A questo punto, chi ha avuto la pazienza di seguire questa lunga ma necessaria dissertazione, avrà già capito che un maestro esteriore può rivolgersi solo alla mente del postulante. Ammesso che questi lo voglia, ed abbia la volontà di non arrestarsi di fronte ai propri errori che, purtroppo, molti aspiranti ritengono un “patrimonio inalienabile” di se stessi e della propria natura (?). L’utilità di un maestro esterno, dunque, si concerta nel momento di massima cecità interiore. A cominciare dal sostegno che potrà dare all’orientamento intellettuale dell’allievo, così ch’egli passi dalla “ragione che sragiona”, alla logica di una capacità di analisi sorretta dalla luce dell’intuito. Che non è più una facoltà intermittente, ma una costante intellettuale, dovuta ad una fattiva espansione di coscienza. Ed una volta che la personalità (ch’è l’iniziato minore) s’incontra, per usare ancora una metafora, con il maestro interiore (l’Ego sup.), questi non sarà più lo stesso, e la trasformazione renderà i suoi frutti, presto e con l’evidenza dei fatti. E nemmeno adesso la personalità cosciente sarà sola. Lasciato il maestro esteriore si avvarrà della guida (luce) del maestro interiore, il proprio Ego superiore. E se vorrà avanzare ancora, accettando tutte le trasformazioni che questo passo richiede, potrà immedesimarsi anche l’anima, di cui la personalità è solo un oscuro riflesso, ma a quel punto potrà avvalersi anche del suo sostegno. Ma solo se riuscirà ad abbracciarne il progetto (v. sacralizzazione della materia). Ecco come, di sostegno in sostegno, la personalità-Ego-anima si rivolge (v. spirale sonora) di nuovo al “proprio centro”. Al nucleo centrale chiamato monade, da cui tutto diparte e a cui tutto rientra, per ritrovare l’antico collegamento col “sole” da cui tutte le monadi sono state generate: detto l’Atomo di tutti gli atomi, che non è altro che un dei nuclei maggiori (v. chakra) del Corpo di Dio. E questa grandiosa visione apre anche una coscienza individuale all’idea di macrocosmo. Fraternamente |