La Massoneria e la Società Teosofica

Domande e Risposte…in un articolo apparso nella rivista massonica Officinae (n.4/11), avente per titolo “Helena Petrovna Blavatsky e la Società Teosofica” l’autore tesse le lodi della nota associazione controiniziatica… Non sembra anche a te che ci si sia spinti un po’ troppo in là? M.

La Massoneria e la Società Teosofica

di Adriano Nardi

D: Caro Adriano, …in un articolo apparso nella rivista massonica Officinae (n.4/11), avente per titolo “Helena Petrovna Blavatsky e la Società Teosofica” l’autore tesse le lodi della nota associazione controiniziatica… Non sembra anche a te che ci si sia spinti un po’ troppo in là? M.

R: Caro M., intanto bisogna distinguere tra ciò che conosciamo per via diretta (grazie allo studio e alla ricerca su fonti attendibili) e il sentito dire.

Tu affermi con una certa sicurezza: “…l’autore tesse le lodi della nota associazione controiniziatica…”.

Questa opinione, assai diffusa in Massoneria, secondo me sopravvive su un pre-giudizio, da altri elaborato, che poi è stato accettato da molti in modo pedissequo (magari solo in scia all’autorevolezza di chi lo formulò) senza verificarne la bontà.

Per tua curiosità ti rimando al Manifesto della Società Teosofica, anche da noi pubblicato; dopo averlo letto potrai verificare direttamente quanto siano “controiniziatici” i concetti che vi troverai.

In realtà la Teosofia tiene insieme i due aspetti Mistico e Misteriosofico della Sapienza Divina, come dice il nome (e non Sapienza di Dio come spesso viene tradotta). Per questo è stata chiamata anche “Religione-Saggezza” (pur non essendo una religione), ed esprime la sintesi necessaria alla comprensione e manifestazione dell’essere spirituale in ogni uomo. La Teosofia non è una novità di fine ‘800 ma è antica di millenni; il nome entrò in uso nel III secolo d.C. con Ammonio Sacca e i suoi discepoli, chiamati anche analogisti, che diedero inizio al sistema teosofico eclettico, che si proponeva d’inculcare certe verità morali nei suoi discepoli e in tutti coloro che erano amanti della verità.

L’obiettivo dei Fondatori della Scuola teosofica eclettica, era quello di riconciliare in un comune sistema etico, basato su verità eterne, tutte le religioni, le sette e le nazioni. Dimostrare che una stessa verità sia alla base di tutte le religioni, è possibile attraverso lo studio comparato per analogia (da cui il nome analogisti); infatti la “Religione-Saggezza” era unica nell’antichità e l’identità di questa primitiva filosofia religiosa ci viene provata dalle identiche dottrine insegnate agli Iniziati durante i Misteri, istituzione un tempo universalmente diffusa.

Al di là del nome, è chiaro che i principi di cui la Teosofia si fa portatrice non sono in antitesi con quelli che ispirano la Massoneria.

Anche la Massoneria lavora per affermare la verità, che raffigura con il suo progressivo “aumento di luce”. La sua modernità (1717) è solo apparente poiché gli Antichi Misteri costituiscono la sua fonte sapienziale. Su quel sapere è fondata la rappresentazione del percorso evolutivo che basa sul triplice aspetto Volontà (Forza), Saggezza e Armonia (Bellezza), che avviene in un fluido moto ordinato (l’Ordine Cerimoniale) regolato da ritmi, cadenze e cicli; l’attività rituale (che vela il Rituale maggiore del Sistema con i suoi luminari) è quella che ordina il chaos, promuovendo quello sviluppo coscienziale, individuale e di gruppo, noto come Iniziazione.

La Teosofia della quale la Società Teosofica si fece strumento di espressione, così come la Massoneria moderna è il veicolo che porta in sé i principi degli Antichi Misteri all’Iniziazione, va analizzata per ciò che rappresenta, distinguendo i comportamenti degli uomini che ne fecero parte.

Se è vero che la Massoneria non è quello che oggi i massoni testimoniano con meschini comportamenti, nessuno per questo (che si sia preso la briga di studiarli) pensa che la Massoneria non conservi i principi iniziatici che la caratterizzano; così la Società Teosofica, che veicolò i principi descritti nel “suo manifesto” ed essendo un “organismo filantropico e scientifico per la propagazione dell’idea della fratellanza su linee pratiche anziché teoriche”, con la sua fondatrice H. P. Blavatsky ancora in vita, vide seguaci che dimostrarono di non aver capito molto di quell’insegnamento, deviando da quel nobile sentiero.

H.P.B. ebbe il merito, tra gl’altri, di convogliare l’interesse diffuso al suo tempo per i fenomeni spiritici (che in quell’epoca positivista in cui la scienza era la vera religione, raccolsero l’anelito spirituale insito in ogni uomo), verso quella sfera spirituale, che oggi potremmo chiamare con un termine più moderno “psichismo superiore”, il mondo dell’anima. Lei confutò, grazie anche alle sue doti medianiche (delle quali parlava come una disgrazia con cui si nasce – poiché chiaroveggente si diventa, mentre medium si nasce), i significati distorti che venivano attribuiti ai fenomeni spiritici, ma diede anche spiegazioni scientifiche di fenomeni straordinari, nel senso di non comuni, anche detti “miracolosi”. Questo le procurò tanti nemici e molta della letteratura, anche recente, che la relega nel dispregiativo ambito della ciarlataneria, che non sospetta e spesso non conosce il valore della sua raffinata opera di divulgazione, che solo oggi comincia ad essere rivalutato, dopo più di un secolo dalla sua morte.

Per concludere, posso dire che l’articolo pubblicato sulla rivista, seppur indulge con qualche accenno per suscitare meraviglia, è sostanzialmente corretto e per quanto sin qui detto, non trovo sia in contrasto con i principi che la Massoneria “dovrebbe” propugnare.

Fraternamente

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