La nascita del linguaggio codificato nella sfera d’occidente. Due esempi notevoli: L’Alfabeto Runico – L’Alfabeto Greco – Un avviso particolare all’Adepto Minore – Della Trasmutazione Metallica, Sogni Tre
I Druidi, tra mito e realtà costituiscono il popolo iniziatico d’occidente che più ha contribuito alla trasmissione dei Misteri Sacerdotali legati alla Magia Naturale e alla formazione visibile di quello che poi verrà chiamato dagli Iniziati che li seguirono: il Gran Libro di Natura.
Consideriamone allora, con poche pennellate, la storia di alcuni tra quelli a noi più prossimi.
La nascita del linguaggio codificato nella sfera d’occidente.
Due esempi notevoli – L’Alfabeto Runico
I Druidi, tra mito e realtà costituiscono il popolo iniziatico d’occidente che più ha contribuito alla trasmissione dei Misteri Sacerdotali legati alla Magia Naturale e alla formazione visibile di quello che poi verrà chiamato dagli Iniziati che li seguirono: il Gran Libro di Natura.
Ai Sacerdoti del popolo Celtico vennero attribuiti due accadimenti che ebbero la forza di mutare sensibilmente il corso della storia del popolo Ariano. La definitiva sconfitta e sottomissione del predominio della cultura Nera in oriente il cui susseguente assorbimento, dette vita al popolo indoeuropeoe alla cultura nell’attuale India.
Il decadimento del popolo indoeuropeo ed il ritorno alle pratiche della Magia sessuale (l’uso dei Centri inferiori; sacrale, genitale e plesso solare) caratterizzate dalla razza nera, causò l’allontanamento dai suoi vertici gerarchici di quella stirpe iniziatica che si richiuse in “circoli iniziatici” (gli Ashram).
Ciò dette vita a quello che tutti gli esoteristi sono concordi nel definire il flagello dell’abuso del dono di procreazione, che divenendo semplice abuso e frenesia sessuale condizionò la società umana con le prime tare psicologiche e malattie legate al sesso.
L’apparire delle Druidesse non più volte al culto dell’Albero Cosmico dei Celti, ma al culto del Serpente, il Pitonedel Centro genitale di riproduzione (la Kundalini), formalizzò infine il culto del sangue dei sacrifici umani, come mezzo di trasmissione del potere e d’evocazione d’entità invisibili.
Ma a questi argomenti che ci dovrebbero essere già noti potremmo aggiungere una piccola nota d’interesse storico.
La permanenza del ricordo di quei fatti nella memoria degli Iniziati, appare evidente anche nel racconto simbolico della Genesi scritto da Mosè, Sacerdote del Tempio d’Osiride.
Eva progenitrice dell’essere femminile che appare alla ricerca d’una propria iniziazione, accettò di rivolgersi al più evidente effimero della materia (Elemento Terra) ed al potere della fisicità (Elemento Acqua). L’Albero ed il Serpente da cui accettò il frutto impossibile della conoscenza e dell’immortalità del potere divino ed Adamo, che descrive un personaggio succube e complice, sono gli elementi allegorici d’una sintesi della storia assai più ampia del popolo dell’uomo che, escluso da quella guida divina, prerogativa della Casta Sacerdotale (i Pontifex) “cadde” nel solitario e doloroso abbandono della 4 Casta (gli intoccabili). Tutti elementi d’un immaginario drammatico (psicodramma), che vuole trasmettere il ricordo e l’insegnamento da trarre da quell’evento.
Ma è stato più volte affermato che occorre sempre dare una giusta interpretazione a tutti i fatti trasmessi in linguaggio simbolico. Chi volesse indirizzare la propria attenzione a quei fatti, consiglio un primo libro di semplice lettura, prima d’avventurarsi in un profondo programma di ricerche. I Grandi Iniziati, di Schurè. Il sentiero che ne seguirà, sarà determinato dalle scelte che la capacità d’intelletto ed il linguaggio di ognuno di noi sarà in grado di esprimere.
È conoscenza comune che i Sacerdoti Druidi avessero nel loro Culto due riferimenti principali. Il Sole e l’Albero Cosmico, la quercia da cui coglievano il vischio augurale (lo sperma spirituale del 2° Regno di Natura cresciuto nella forza del Sole, il Regno vegetale).
Il culto dell’Albero o degli alberi e la vita spirituale che viveva in loro e tra loro, quercia o frassino che fossero, suggerì loro la Forma da cui trarre il loro (della Casta Sacerdotale) primo Codice fonetico.
L’Alfabeto Greco
Vorrei citare a tale proposito le parole d’un ricercatore moderno ed eminente studioso, lo storico Francois Xavier Chabosche:
…come in tutte le arti ermetiche, le forme geometriche costituiscono un linguaggio privilegiato. Ogni struttura geometrica è il risultato di una specifica vibrazione. Si può facilmente fare questa esperienza, seguendo l’esempio dei fisici Chladni e Savart, facendo vibrare una superficie piana sulla quale siano poggiati dei granelli di sabbia: i granelli si raggruppano seguendo certe linee nodali, linee lungo le quali sono distribuite le vibrazioni, formando delle figure geometriche. Inversamente, in ogni forma esistente c’è un movimento in potenza.
Geometria, scienza delle forme, significa letteralmente “scienza della terra”. E difatti, le forme sono lo sbocco di grandi ritmi cosmici sul piano concreto della materia terrestre. Così, per esempio, la scrittura è la materializzazione del suono (della Psiche n.d.a.).
Di ogni alfabeto si può dire che simboleggia il suono irrigidito nella forma. Ciò non appare evidente a prima vista negli alfabeti moderni, ma doveva essere così «secondo precise leggi» per i sacri alfabeti delle origini (si veda lo studio di C. Suarès sull’alfabeto ebraico).
Prendiamo ad esempio l’alfabeto greco. Sappiamo che le vocali greche venivano considerate come suoni sacri per eccellenza. La grafia di queste vocali nella loro forma minuscola a frammenti di una curva elicoidale o spiraloide nella quale sono stati tagliati alcuni tratti, con diversi angoli.
Queste forme sono relativamente moderne, ma racchiudono un mistero che non si è ancora svelato. Quando si sa che “Verbo” è un altro nome di Cristo si capisce meglio questa affermazione: Io sono l’Alfa e l’Omega.
Un avviso particolare all’Adepto Minore
Se potessi dare un avvertimento ed un consiglio, a noi, che potremmo leggere e tentare d’usare senza studiarne i principi, i linguaggi iniziatici espressisi di seguito nelle diverse forme, alchemica, filosofica, ermetica e sacerdotale, che conducono tutti al suono e al potere delle Parole con gli stessi occhi e la stessa forma-mentis, che abbiamo adattato per il mondo profano leggendo ed interpretando gli effetti di Chaos; o per coloro di noi che affidano incautamente la propria crescita iniziatica ad “alimenti culturali”, condizionati da cattive interpretazioni di menti exoteriche, non adeguatamente istruite a saper riconoscere il “senso occulto” delle verità celate nei simboli e nelle allegorie esoteriche dell’Istituzione Massonica (e non solo di quella); a tutti coloro di noi che potrebbero incorrere o forse sono già incorsi in quell’inganno o in quella illusione, lancio l’invito a riflettere qualche istante su di un’immagine tratta, dal Trattato della Trasmutazione Metallica del Bresciano Nazari G.Battista, edito nell’anno 1599.
Nel primo volume Della falsa trasmutazione sofistica a pag. 16 troviamo una xilografia “grottesca” che mette alla berlina uno dei peccati capitali degli Adepti Minori.
La presunzione o l’arroganza della cecità profana, in opposizione alla saggezza iniziatica.
Medesimo concetto iniziatico mostrato dal pittore fiammingo Bruegel nel quadro dei 5 ciechi. I quali affidandosi l’un l’altro nel guidarsi nel tragitto, precipitano poi nella palude, nell’allegoria della perdita della Via.
Bruegel, la Parabola dei ciechi, Napoli Galleria Nazionale di Capodimonte.
Della Trasmutazione Metallica, Sogni Tre
Nel primo dei quali si tratta della falsa trasmutazione sofistica.
Nel secondo della utile trasmutazione detta reale usuale.
Nel terzo della divina trasmutazione detta reale Filosofica.
Aggiuntovi di nuovo la Concordanza de Filosofi e loro Prattica; nella quale si vede i gradi, e termini di esso divino magistero e della verissima Compositione della Filosofia Naturale con la quale ogni cosa diminuita si riduce al vero Solificio e Lunificio.
(da leggere)
«Nel mezzo della piazza era una rotonda pietra de diametro di 12 passi alta sei; sopra d’essa vidi un’aureata figura, la quale per quello che potei immaginare pensai che fosse opera di Apuleo o di quello nostro moderno autore, qual tratta del suo asino d’oro.
Questa figura sedendo nel mezzo della pietra, stava con le spalle appoggiate ad un alto Cornucopia pieno di fiori e frutti, inutili, e sonando con certi ciffoletti; era circondato da gioiose simie, le quali a due a due facevano un ridiculoso ballo».