Il Velo di Iside

Domande e RisposteL’eresia di attribuire “cattive inclinazioni” alla Divinità – Il “Velo” di Iside – Il “sole” dell’essenza umana

…una volta che un adepto ha sollevato il “Velo di Iside”, la misteriosa e gelosa divinità (!?), egli non ha nulla da temere; ma fino ad allora è in continuo pericolo.
Un’altra riflessione riguarda lo “schema” del sole che si ripete in ogni cosa: se il sole è il magnete attorno al quale girano i pianeti, all’interno del nostro corpo dove trova corrispondenza questo magnete?

Il Velo di Iside

di Athos A. Altomonte

Sommario: L’eresia di attribuire “cattive inclinazioni” alla DivinitàIl “Velo” di IsideIl “sole” dell’essenza umana

D: …una volta che un adepto ha sollevato il “Velo di Iside”, la misteriosa e gelosa divinità (!?), egli non ha nulla da temere; ma fino ad allora è in continuo pericolo.
Un’altra riflessione riguarda lo “schema” del sole che si ripete in ogni cosa: se il sole è il magnete attorno al quale girano i pianeti, all’interno del nostro corpo dove trova corrispondenza questo magnete?

R: Per distinguere dalle narrazioni exoteriche i significati di molti concetti iniziatici, bisogna saper filtrare i “linguaggi” con cui gli eventi vengono narrati. Linguaggi basati su metafore che deformano i contenuti di ciò che riportano, creando confusione nell’animo del neofita.

Nello stesso Insegnamento iniziatico bisogna saper distinguere i differenti scopi dei suoi diversi aspetti. Ad esempio, i concetti morali, che servono soprattutto d’indirizzo agli aspiranti in cerca di una “Via” individuale, mentre ai Discepoli più evoluti, i Maestri* raccomandano la «Restaurazione degli antichi Misteri». Tale termine non significa esprimere devozione all’Insegnamento o ai suoi divulgatori, ma estrarre i significati immersi nei miti (v. cultura onirica: sogno e illusione), fatti per colpire l’immaginario di “menti bambine”, al fine di restituirli all’eccellenza di regole del divenire (pensare, dire ed agire), da usare per mutare sé stessi in qualcosa di diverso da un animo spento e passivo, ridondante di buone intenzioni che non rispecchiano la realtà dei fatti. Insomma, come l’essenza umana dovrebbe prevalere sulla sua natura apparente, così il significato della regola iniziatica dovrebbe prevalere sull’apparenza del mito o della metafora di cui è stata rivestita.

In entrambi i casi per raggiungere la verità si deve prima rompere il “velo dell’illusione”.

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* È abitudine degli aspiranti accentrare la propria attenzione sulla “figura” di un Maestro particolare che più amano o che più ha conquistato il loro immaginario devozionale.

Questo limite impedisce loro di riconoscere una realtà: che ogni Discepolo può trarre beneficio e ispirazione dall’Aura comune di tutti i  Maestri di raggio.

L’Aura chiamata Gerarchia, è composta dai 7 Ashram maggiori, presieduti dai 7 Maestri di raggio, e dai 49 Ashram di sottoraggio (7 x 7= 49) presieduti da altrettanti Iniziati.

Questa realizzazione,  per così dire exoterica (ma questo è un valore relativo, vero solo se lo si confronta con il piano spirituale), intende sviluppare la via del progresso attraverso il metodo del: «Servizio all’Umanità». È  composta da una “rete” di 56 Ashram (7 principali + 49 sussidiari) e dai loro appartenenti in ogni grado e funzione.

Una correlazione poco nota è che i 7 Ashram di raggio sono i trasmettitori e distributori delle sette energie di raggio ai 7 centri planetari.
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L’eresia di attribuire “cattive inclinazioni” alla Divinità

Se è vero che bisogna distinguere prima di poter capire, cominceremo a distinguere la rappresentazione figurata dai significati impliciti.

Per cominciare, dire che la Divinità (Essere o Principio puro) possa essere gelosa, collerica o vendicativa è un controsenso; un’eresia in cui si prefigura il sacrilegio di Dio. Ma la contraddizione ha sempre accompagnato il comune sentimento religioso, soprattutto nel suo aspetto totemico, che vuole esorcizzare paure ed esaudire desideri ingraziandosi fantasiosi fantasmi divini, dagli umori tanto volubili quanto quelli dei suoi ideatori.

La maggiore contraddizione è il paradosso con cui la parte più oscura dell’umanità ha preteso di «umanizzare Dio per divinizzare se stessa». Così facendo, l’umanità, bambina e irriverente, ha finito per  ri-velare (velare due volte) un Dio geloso, vendicativo e collerico, che sembra più versato a “separare” che a “riunire”, con l’abitudine di attribuire o negare privilegi particolari e d’assegnare  premi e castighi. Una Divinità smaccatamente patriarcale, che si poggia sui pilastri d’una madornale irriverenza spirituale, che trasmette nelle “generazioni” un’immagine disdicevole del Divino. Disdicevole soprattutto per chi la pone al vertice di culti tirannici.

Essendo contrario ad ogni filosofia fondata sulle “cattive inclinazioni” della Divinità, mi limiterò ad un unico breve raffronto.

Quando scalatori inesperti, o irrispettosi delle regole, o semplicemente incoscienti azzardano scalate in luoghi impraticabili, con mezzi inadatti, in frangenti critici o in condizioni climatiche avverse… e poi muoiono,  si ascrivono i lutti al volere della «montagna assassina». Lo stesso sproposito è attribuito al mare, alle strade, alla nebbia e così via. Che, secondo la comune ipocrisia, sono malignamente in agguato del sacrificio di pacifici viandanti. In ogni caso, l’irresponsabile e l’immaturo preferisce sempre trovare altrove le cause dei propri errori, proiettandoli su “destini fatali” piuttosto che su sé stesso, per imperizia, negligenza, presunzione, superbia o imprevidenza di chi, incapace di valutare la realtà di una situazione, finisce per perderne il controllo (vedi Karma di merito e di demerito).

Il “Velo” di Iside

Quella del “velo che occulta la bellezza della verità” è un ideogramma che troviamo in ogni tradizione.

Da un antico Commentario: « …ed entrando nella terza Camera del Tempio (allegoria della 3za Iniziazione, n.d.a.), il Postulante si trova d’innanzi al velo che lo separa dallo Specchio della Verità…».

Come un velo di “carne” copre gli occhi del nascituro all’inizio della vita e gli occhi del vecchio all’approssimarsi della fine, così, il velo dell’illusione copre la vista dell’adulto sino alla fine della sua vita profana, per cadere in occasione della sua ri-nascita iniziatica.

Scindere il velo dell’illusione e dell’ignoranza, fino a realizzare la sublime visione di Sé come anima, è l’ultimo compito dell’Iniziato.

È scritto nel Rituale dei Rosa+Croce:

« …che ora è?

È la prima ora del giorno in cui il velo del tempio fu scisso.

E la tenebra e la costernazione si diffusero sulla terra.

E la Luce fu oscurata.

E gli attrezzi dei Costruttori furono spezzati.

E la Stella Fiammeggiante disparve.

E la Pietra fu spezzata.

E la Parola è andata perduta

Credo che sia sufficientemente chiara l’idea di velo, di cosa sia e di cosa rappresenti; andiamo allora, alla ricerca del significato di Iside.

Del mito di Iside sappiamo che era la Sposa-Sorella di Osiride, Dio del sole spirituale. E si badi bene: sole spirituale, non il sole fisico dei culti esteriori e profani.

Osiride è la Divinità del sole spirituale ed il suo è un culto interiore legato all’apertura del plesso solare, che a quei tempi era un traguardo straordinario. Allora come si può credere che Iside, suo riflesso, possa essere la rappresentazione della luna fisica? Infatti, non è così.

Quello del sole spirituale è un culto interiore (v. Ur, culto di Ur, da cui il termine di cult-ura e nat-ura, cioè, nata da Ur). Allora, è evidente che anche il suo riflesso non potrà che essere esso stesso di origine spirituale.

Iside (v. femminino), riflesso dell’essenza spirituale, è la coscienza fisica che s’illumina solo alla presenza del “suo sposo celeste”, lo spirito, restando vedova in sua assenza.

Dopo la tradizione egizia molte altre tradizioni hanno trattenuto l’antico concetto di “vedova”. Ed in molti racconti il predestinato spirituale nasce senza padre, cioè di madre vedova, così che s’intenda che il suo vero padre è solo la Divinità interiore (v. Monade). Questo però, non vale solo per i “predestinati” ma per ogni Figlio dell’Uomo.

Anche il Maestro Gesù, pur avendo un padre fisico, per l’iconografia religiosa era figlio di un padre assente in molti sensi. Ma se si capisse il risvolto esoterico di quella storia, ci si accorgerebbe che non esiste nessun conflitto tra la natura fisica e quella spirituale dell'”uomo” perché, come per ogni uomo e donna, la natura fisica è solo il rivestimento esteriore dell’essenza spirituale (vedi Vestiti di pelle). Ecco come convivono la sostanza di “figlio dell’uomo”, con l’essenza di “figlio di Dio”.

Possiamo concludere dicendo che i significati di velo e di Iside sono quelli dell’eterno assioma: Conosci Te Stesso.

Il “sole” dell’essenza umana

Dopo quanto è stato detto non sarà difficile centrare la questione.

È chiaro, ormai, che per sole interiore s’intende l’aspetto spirituale che si pone al vertice dell’essenza interiore. L’aspetto spirituale irradia energia magnetica (perciò attrattiva) e per rappresentarlo, exotericamente viene usato il simbolo del magnete.

Non vorrei rischiare di confondere le idee, ma sarebbe di grande utilità approfondire il concetto di Monade e di Dio interiore, su cui molto è stato scritto, anche su Esonet.

Per descrivere l’aspetto spirituale molti teosofi usano l’immagine di un Angelo Solare. Bellissima immagine, affascinante, ma sulla quale non concordo perché, anche se è vero che sia facilmente “assimilabile”, questa, come tutte le altre metafore, finisce per far regredire la mente del neofita nel “giardino dell’immaginario” da cui, se non riesce a uscire, resterà a baloccarsi, chissà per quanto, con i simboli di un Insegnamento di cui non conoscerà mai il risvolto operativo. Per questo, anche a rischio di disattendere le aspettative di molti, evito di cadere in qualsiasi tipo di sentimentalismo dialettico, perché, sono convinto che la scienza iniziatica sia retta da regole inderogabili, che l’Iniziazione sia una faccenda seria e di difficile realizzazione, e che non è possibile affrontare né l’una, né l’altra “tinteggiando le parole di rosa”.

Ecco che all’aspirante serve sopratutto realismo. Quindi, lasciamo da parte per un momento la metafora, e vediamo di realizzare un concetto più consistente.

I punti di riferimento sono quelli tradizionali.

L’apertura del plesso solare (vedi Arjuna, Icona umana della Via dell’Azione e i 12 Yoga dell’Illuminazione interiore), precede quello del chakra cardiaco, sede dell’intelligenza dell’anima (l’Angelo Solare), da dove ha inizio l’approccio con l’aspetto spirituale (v. Ponte Antahkarana).

Usando un’analogia, possiamo dire che il sole spirituale (individuale) è la Monade (il Dio interiore); l’anima è il suo riflesso (l’Angelo solare), che si manifesta nella materia (il corpo fisico dell’essere umano) con l’attività dell’Ego o Sé superiore; infine, la personalità impermanente (l’io inferiore) è la loro ombra che si proietta sulla terra.

Fraternamente

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