[…] credi che il percorso massonico o iniziatico in genere sia o debba essere di stampo elitario o aristocratico?
Chi riesce (e come) a capire quando è finalmente compiuto il salto da uomo nazional-popolare a saggio iniziato?
[…] ho imparato che lo stato d’illuminazione, è molto difficile da raggiungere e coloro che sono arrivati a tanto, spesso tengono questo stato segreto…
D: Caro Athos, credi che il percorso massonico o iniziatico in genere sia o debba essere di stampo elitario o aristocratico? R: Caro Amico, so che il cammino iniziatico è un cammino fuori dal comune. So che il cammino iniziatico porta a mete fuori dal comune. So che un vero iniziato non è una persona ordinaria ma straordinaria, capace di padroneggiare con generosa saggezza risorse anch’esse straordinarie. Che non hanno eguale nell’uomo comune, nemmeno quello colto e ammanierato. E bisognerebbe saper capire tutte queste differenze, prima di poter dire: io so riconoscere un iniziato. So che un iniziato è parte di una elite. Una elite d’intellettualità interiore che si fonda su di una aristocrazia spirituale. Però, salvo rare eccezioni, escludo che i massoni ne facciano parte. D: Chi riesce (e come) a capire quando è finalmente compiuto il salto da uomo nazional-popolare a saggio iniziato? R: Quando ciò che dici illumina il volto dell’ascoltatore. E mentre gli dai le risposte che gli servono, un sorriso di gratitudine gl’increspa le labbra, … allora puoi cominciare a crederti saggio. Ma se il tuo interlocutore non ti lascia completare il pensiero. Se vuole che tu gli dica solo quello che lui preferisce sentire. Se come un giocoliere usa le parole per incantare il suo pubblico, … sta sicuro, lui non è un saggio. D: Che capacità e possibilità hanno gli altri di riconoscere in noi questo stato? R: Dipende che intendi per “altri”. Molti annuiscono solo perché aspettano il proprio turno per parlare ed incassare il tuo consenso. Altri annuiscono perché non capiscono cosa stai dicendo, e non vogliono ammetterlo. Altri ancora annuiscono solo perché sono annoiati, e sperano così di abbreviare l’impaccio. Poi c’è quello che capisce cosa manca a ciò che diciamo. Ed unisce al nostro pensiero la parte mancante. Capace, così, di completare una costruzione perfetta. Di quest’ ultimi bisogna cercare il consenso. D: Ad esempio, in coscienza potrei pensare di aver fatto buoni passi, anche se ciò non è proprio vero? R: Una regola dice che non è possibile l’auto-diagnosi. Nel giudicare se stessi si tende all’auto-assoluzione e all’auto-compiacimento. Meglio trovare un giudice meno parziale di se stessi, per capirci qualcosa. D: Condivido le parole che scrivi, anche se mi restano tanti dubbi personali… ho imparato che lo stato d’illuminazione, è molto difficile da raggiungere e coloro che sono arrivati a tanto, spesso tengono questo stato segreto… R: Entrare in Massoneria è una esperienza alla portata di tutti. Popolare, aggiungerei. Basta volerlo, ed avere soldi sufficienti per pagarsi il pedaggio. La possibilità d’ingresso è tanto ampia, che vedersene negato l’accesso è solo una rara eccezione. Dunque, non c’è nulla d’elitario nell’essere massoni. Infatti, è assai difficile distinguere un massone da un comune cittadino. Inoltre, nel massonismo, anche di alto grado, nessun elemento lascia presupporre la presenza di un’aristocrazia spirituale. Soprattutto osservando come una folla di ex Gran Maestri e Sovrani Gran Commendatori fanno e disfano comunioni massoniche, secondo i propri comodi. Si dovrebbe guardare alla Massoneria come ad una specie di abbecedario. Un contenitore in cui sono state incollate tante storie diverse, provenienti da epoche differenti, e maturate in condizioni dissimili tra loro. Ecco che la Massoneria è soprattutto una raccolta di memorie. Elaborate e vissute tutte al suo esterno. Che, però, possono fungere da linea guida ad un ricercatore, capace di ritrovarvi il comune denominatore, sempre lo stesso, che fa da “filo conduttore”. La Massoneria non inizia nessuno, se non simbolicamente. Ed iniziare simbolicamente qualcuno è come volerlo sfamare con l’odore del cibo. Senza sostanza, perciò. Ma come s’è detto, c’è una linea guida nella Massoneria. Un denominatore comune che ritroviamo in tutte le “esperienze vissute”. Questo denominatore, che sfugge allo sguardo superficiale, credo sia il segreto che si deve svelare. Serve che un attento osservatore diventi un volenteroso e ostinato ricercatore, così che l’elemento comune, presente immutato in ogni tradizione minore, possa svelare ancora una volta il punto “dove l’iniziazione è nota”. Fraternamente |