… hai dei testi da suggerirmi… ?
D: … hai dei testi da suggerirmi… ? R: Senza conoscere a fondo il mio interlocutore non azzardo mai consigli particolari, soprattutto su testi. Perché, essendo nutrimenti per mente e coscienza, sono come le medicine allopatiche, che se da una parte (forse) guariscono dall’altra sono veicolo d’inquinamento. Di qui, l’uso accorto di ciò di cui ci si “nutre”, che potrebbe essere, e in molti casi lo è, altamente deviante. C’è, però, una linea generale che interessa tutti ad ogni livello. Quello che potremmo definire un cammino comune, e che nell’antichità era nella formula Conosci Te Stesso. È probabile che tu non sappia riconoscere l’attuale stadio di coscienza in cui, e con cui operi. Allora, potrebbe aiutarti comprendere in che dimensione agisci, cioè chi credi di essere, per poterti “aggiungere” alle altre dimensioni interiori. Che in sintesi sono tre. L’inferiore è il subconscio, dove tieni prigioniere tutte le sub-personalità rimosse, perché rifiutate o inutilizzate, che sono l’investimento energetico passivo che devi imparare a recuperare. I massoni non ne conoscono l’esecuzione, ma lo ricordano come VITRIOL. Il mediano è il piano di coscienza (detto di veglia) in cui ravvedi te stesso, la tua personalità, perciò sede dell’io fisico che rappresenta il punto di massima illusione. Il superiore, detto exotericamente, alto, è il superconscio, che gli antichi chiamavano cielo interiore; sede della parola di Dio, che Platone definì monade. Il filosofo Aurobindo indicava nella costruzione di un ponte coscienziale (che l’orientale chiama Antahkarana, e per l’occidentale è la l’Ars pontificia) tra l’io personale e l’Ego superiore (che l’orientale chiama vero Sé), l’approccio alla conoscenza per contatto, che gli antichi definirono gnosi. Una conoscenza che nulla ha a che fare con l’erudizione, frutto dell’ arte della memoria. Ma dipende dalle qualità intellettive del ricevente (noi), quanto e cosa recepire attraverso una forma avanzata d’intuito, che gli antichi chiamavano ieroispirazione. È per dotarsi di qualità intellettuali migliori che l’iniziando sviluppa una base di cultura a 180°. simboleggiata nel volo dell’aquila. Che significa vedere dall’alto, e saper riconoscere i territori o spazi concettuali senza mai “atterrare”, cioè, senza concretizzarsi sul dettaglio. La concretizzazione avviene nell’esaudire un servizio altruistico, scrivendo, suonando, dipingendo, insegnando oralmente. Insomma ci si concretizza solo nell’atto del dare, mai in quello del prendere. Se pensi che questi pensieri possano esserti d’ispirazione, allora prova a leggere i volumi sulla Psicosintesi di Roberto Assagioli, che troverai nella lingua che più ti aggrada. Lascia per ultimo L’Atto di Volontà, che dà inizio alla fase operativa su te stesso. |