Origini bibliche del termine Landmarks

MassoneriaAbbiamo già discusso a lungo sul legame che unisce religione e Massoneria, con catechismi, numeri e simboli.
Anche il concetto di «Landmarks», parola apparentemente “true British”, ha origine bibliche, quindi ebraiche, come tutta la maggiore simbologia massonica e religiosa d’occidente.

Origini bibliche del termine Landmarks

di Athos A. Altomonte

Abbiamo già discusso a lungo sul legame che unisce religione e Massoneria, con catechismi, numeri e simboli (vedi Religiosità massonica 1/2/3).

Anche il concetto di «Landmarks», parola apparentemente “true British”, ha origine bibliche, quindi ebraiche, come tutta la maggiore simbologia massonica e religiosa d’occidente.

I Landmarks sono “Pietre di confine” che marcano uno spazio. Nella visione esoterico religiosa, il cerchio di pietre separava uno spazio che conteneva un segno idoneo a diventare omogeneo con il sacro, per difenderlo dal resto, abitato da demoni, animali e uomini incolti.

In Giobbe 24/1 è scritto: «Perché i tempi non sono stati riservati dallo stesso Onnipotente. E quelli medesimi che lo conoscono non hanno guardato i suoi giorni?»

24/2 «[…] ci sono quelli che spostano indietro le linee di confine …»

In Proverbi 23/28 è scritto: «non spostare una linea di confine di molto tempo fa, fatta dai tuoi antenati…»

In Deuteronomio 27/17 è scritto: «Maledetto chi sposta indietro la linea di confine del suo prossimo…»

Evidentemente, il riformatore della Massoneria moderna, un prete anglicano James Anderson, volle ammantare di un aureola d’inviolabilità i nuovi codici che aveva redatti, dopo aver bruciato i precedenti, probabilmente perchè troppo vicini alla fede cattolica.

Scrive lo storico L. Pruneti: «L’introduzione dei Landmarks si deve ad Anderson […] che pur non elencandoli, ne attestava l’intangibilità… ».

Beh, è strano affermare l’intangibilità di qualcosa che ancora non esiste. Ma continua lo storico Pruneti: «…la citazione fu solo un espediente retorico e il tentativo d’individuarli sarebbe una grossa ingenuità […] è probabile che Anderson si riferisse a presupposti tanto fondamentali quanto astratti, riferibili ad una sfera iniziatica oltre la quale l’ad substantiam cessava di esistere …».

Questo affermare l’intangibilità del “nulla”, consentì molte interpretazioni. Alcune furono presto messe da parte, forse perché troppo evolute (vedi Landmarks Esoterici). Altre furono inglobate in un turbinio di modifiche, fino ad una stesura definitivamente concordata.

La loro intangibilità fu introdotta negli Statuti generali della Libera Muratoria, pubblicati nel 1820, dal Grande Oriente di Napoli.

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