Luce dell’Iniziazione

Massoneria«La morte ci è accanto fin dalla nascita. La morte è il Fr Esperto che bussa alla Porta dell’Oriente eterno accompagnandoci nell’ultima prova terrena che per il “risvegliato” significa essere iniziato all’eternità.»

Luce dell’Iniziazione

di Maurizio De Pascalis

Sommario: Una prassi AlchemicaLa conoscenza del Nero e del BiancoLa Chiave SpezzataIl dolore e la paga del «buon operaio»Piccolo e Grande MagisteroAnche l’iniziazione comporta violenzaL’ultima prova terrenaLa Luce dentro se stessi

«La morte ci è accanto fin dalla nascita. La morte è il Fr Esperto che bussa alla Porta dell’Oriente eterno accompagnandoci nell’ultima prova terrena che per il “risvegliato” significa essere iniziato all’eternità.»

Una prassi Alchemica, la conoscenza del Nero e del Bianco

L’Alchimia risponde al principio di rigenerazione con «Solve et coagula». È questo il principio fondamentale dell’iniziazione. Ma è un cammino difficile e lunga è la via del massone che cerca la Luce. Inizia con i tre colpi che il Fr. Esperto bussa alla Porta per farlo ricevere nel Tempio e continua con il passaggio all’Oriente eterno. Lunghissimo ma in realtà brevissimo, il percorso verso la «Vera Luce» attraversa tre fasi, la purificazione dei metalli, il sacrificio, la morte filosofale.

Quale percorso compiamo nella via iniziatica? Quello lungo, che dura una vita, la via “Umida”; o quello breve, la via “Secca”? Entrambi mirano al “Rosso”, l’irraggiamento iniziatico, sacrificio, virtù, ideale. Il massone che sceglie la via “secca”, passa attraverso il Nero, il Nigredo, la perdita degli egoismi personali, la perdita dei metalli. Giunge al Bianco, Albedo, la calcinazione della sua antica essenza profana, e liberatosene percorre il sentiero iniziatico guidato dalla Luce dell’anima. Il viaggio si conclude al Rosso, simboleggiato da un Pentalfa fiammeggiante che irraggia nella vita esteriore le conquiste della conoscenza.

La conoscenza del Nero e del Bianco

La via “Umida” è la via lunga che attraversa la coscienza lunare. Una via lunghissima, che nella vita terrena, può anche fermarsi al Nero. La via “Secca” è la via breve di chi si dirige nella direzione si della coscienza solare; verso l’anima e la monade divina di cui, nel mondo materiale siamo l’ombra.

Due vie ed un unico ideale: la Conoscenza che perviene dal raggiungere la capacità di Comprendere prima il Nero (la concezione materiale) e poi il Bianco (la concezione immateriale).

La via della Conoscenza “trasforma” il Piombo in Zolfo raggiungendo il Rosso che produce il carisma iniziatico, ch’è la condizione simboleggiata dal Pentalfa fiammeggiante.

Il cammino di perfezionamento, anche in questo caso procura sofferenza. Perché avvicinarsi ai vari gradi di verità significa adattare la propria mente a cambiare le forme dei propri pensieri. Così che concezioni sempre più pure arrivino attraverso il Mercurio della mente concreta, sublimandolo.

La mente vive nello spazio della coscienza e la coscienza agisce attraverso la forza mentale. Vita e forza, unite, riflettono la bellezza del cosmo. La mente è libera, ma dapprincipio è imprigionata nei sensi dello spirito inferiore, e nascosta sotto il peso dei pregiudizi, delle regole e delle convenzioni profane. Chi ne è libero vive per compiere il sacrificio dello spirito inferiore: la morte filosofale a cui l’iniziato si è lungamente preparato.

Così la Grande Opera sarà compiuta;

l’Alto si rifletterà anche nel Basso;

la via iniziatica sarà ultimata;

Ouroborus, il Serpente, potrà compiere la sua opera.

La Chiave Spezzata

Nulla si crea, nulla si distrugge, ma tutto si trasforma. Allora cosa deve fare il massone che cerca la vera iniziazione? Deve tenere nel cuore questo concetto.

Solo attraverso il Mercurio riuscirà a staccarsi dalla materia, dal Piombo, e solo realizzando la Gnosi potrà giungere allo Zolfo.

Il Grande Architetto ha dotato di ragione il corpo mortale, ma solo a chi sceglie di “riconoscersi come riflesso dell’Alto” offre la vera conoscenza.

La Gnosi è la chiave della comprensione: quando l’uomo ha perso questo bene preziosissimo? Perchè la chiave della Comprensione si è spezzata?

Dedicarsi esclusivamente al mondo delle forme e dell’apparenza, concentrasi sulla vita pratica, fatua e volubile, ha fatto scivolare lentamente la coscienza nell’oblio, che facendosi “metallo pesante” ha perso la Luce ed anche la memoria di sé stessa. Nati immemori, per noi la lampada di Diogene è ancora spenta. L’uomo vaga in un universo senza stelle che lo guidino e senza luce che lo illuminino. La sera, invece di confrontarsi con se stesso si abbandona al sonno, senza affrontare ciò che lo specchio interiore potrebbe riflettergli. Unica via orientarsi verso l’alto servendosi del percorso iniziatico.

L’uomo può sviluppare l’intelligenza, ma l’uso che ne fa è poi, per il bene o per il male? Sulla strada della realizzazione compare un bivio. Si deve scegliere tra rimanere su Nero o avventurarsi sul Bianco. Decidere se staccarsi dall’oblio e dal nulla, o continuare un percorso apparentemente indolore.

Il dolore e la paga del «buon operaio»

Affrontare la via iniziatica significa perdere il proprio spirito inferiore, cioè, l’uccisione di una parte di se stessi. Far morire lo spirito animale in realtà richiede solo trasformarlo in una diversa unità di coscienza (sublimazione). Lungo questo processo sono molti i punti da trasformare, ed ogni trasformazione comporta sacrificio e dolore. Dunque, la domanda che si pone il «buon operaio» è se si sente pronto a sopportare dolore e affrontare il sacrificio che comporta sublimare “rettificare” se stessi, o si è solo disposti a simulare il cambiamento con travestimenti acconci?

Piccolo e Grande Magistero

L’opera di rettificare la primitiva individualità è chiamata “Piccolo Magistero” e si conclude con la Morte Filosofale della coscienza che per prima ha fatto ingresso nel Tempio massonico. Dalla “rinascita interiore” si accede al “Grande Magistero” dove l’opera continua nel mondo impersonale. È questa la trasformazione che conduce alla Gnosi, che nasce dal contatto con la natura propria superindividuale, che null’altro può sostituire.

Anche l’iniziazione comporta violenza

Quale motivo spinge l’uomo sulla via della ricerca e della trasformazione anche dopo aver scoperto che essa comporta sacrificio e dolore? È forse la memoria del tempo di cui noi, esseri del basso medioevo moderno, a stento sappiamo di portare i segni dentro di noi?

Ripercorrere l’antico sentiero non è semplice, l’iniziazione comporta anche violenza, che compiamo su di noi con la distruzione di tutta la sovrastruttura mentale, costruita attraverso anni di vita nel mondo profano, da quando si è bambino all’adolescenza e fino alla maturità dell’uomo materiale. Questa sovrastruttura si conclude sempre nel raggiungimento del nulla, ma può essere demolita dalla scelta consapevole di calcare la via iniziatica, che significa la Morte dell’uomo materiale nella rinascita dell’ Uomo Nuovo.

L’ultima prova terrena

Sorella Morte, la chiamava il mistico Francesco!

La morte ci è accanto fin dalla nascita. La morte è il Fr. Esperto che bussa alla Porta dell’Oriente eterno accompagnandoci nell’ultima prova terrena che per il “risvegliato” significa essere iniziato all’eternità.

La morte sfida continuamente l’esistenza materiale: è il Cavaliere dell’Apocalisse che gioca una partita a scacchi che nessuno spirito animale ha vinto. Ma alleato della «Luce» l’Uomo può vincere la partita, sopravvivendo nella sfera di coscienza della dimensione sottile.

Nella dimensione simbolica, essere in «sonno» significa andare incontro alla morte, la Morte del progetto che l’“anima”.

La Luce dentro se stessi

Il profano varca la porta del Tempio cercando la luce. Chiede la luce, la luce piena, senza ancora sapere che è lui stesso la Luce che Diogene cercava fuori, perché non aveva capito che quello che cercava era dentro di sé.

È vero massone chi vive libero dirigendosi verso la Volta celeste che simbolicamente sovrasta il Tempio. Da li proviene, metaforicamente, la Luce che la Massoneria rappresenta nei riti e nei simboli. Durante le iniziazioni al massone s’insegna a combattere l’ignoranza vincendo l’ozio spirituale che ottenebra la mente.

Il silenzio è la forza alla ricerca di chi lavora a forgiare il proprio metallo, attraverso la mente e attraverso la conoscenza. La conoscenza, perduta quando la chiave si è spezzata, che però può essere ritrovata ricostituendo in se stessi la Vera Luce della Conoscenza Perduta.

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