Uso del linguaggio pittorico

Arte ed EsoterismoCon il progredire dei linguaggi letterali i significati degli ideogrammi (simboli-pensiero) furono dimenticati ed i simboli divennero muti. Rimasero le loro forme esteriori i cui significati rimasero nei canoni della scienza iniziatica.

Uso del linguaggio pittorico

di Athos A. Altomonte

Con il progredire dei linguaggi letterali i significati degli ideogrammi (simboli-pensiero) furono dimenticati ed i simboli divennero muti. Rimasero le loro forme esteriori i cui significati rimasero nei canoni della scienza iniziatica.

La trasmissione orale, servita a trasmettere il patrimonio iniziatico, fu superata dall’avvento della scrittura che ne arricchì i contenuti aggiungendovi correlazioni altrimenti impossibili da memorizzare. Anche la cultura iniziatica trasse vantaggio dalla scrittura che le permise di sviluppare linguaggi sempre più complessi.

I linguaggi divennero molti, tanti quante le facoltà, le arti e i mestieri degli uomini e questo generò molte incomprensioni. Oggi possiamo dire che il linguaggio che meglio rappresenta la realtà si chiama sintesi. Ma è ancora un linguaggio di casta ma i suoi vantaggi lo renderanno presto indispensabile. Nella sintesi si conformano tutte le colorazioni mentali, tante quante sono le interpretazioni possibili di un’unica realtà. Nella sintesi si annulla il caos dei linguaggi, quindi. Ma prima?

Per evitare le interpretazioni più disparate, l’ordinamento iniziatico prese a rivolgersi all’immaginazione dell’uomo. Usando rappresentazioni ed immagini pittoriche di facile lettura. Così, significati altrimenti inconcepibili come i movimenti astronomici vennero trasmessi agli astanti attraverso linguaggi figurati: i miti “meravigliosi e drammatici”.

Però, molti dimenticarono che i significati delle metafore (vedi i significati letterali dei testi sacri) vanno distinti dalla realtà. In altre parole, finirono per credere la rappresentazione fosse la realtà e non un mezzo di espressione. Il lavoro dell’esoterista, ad esempio, oggi è quello di recuperare i significati interiori delle rappresentazioni. Trovare, cioè, l’anima della parola, dei tratti architettonici e dei simboli. Ricostruire i significati affidati originariamente ai numeri, ai suoni ed ai colori.

Fu scritto che «… l’Anima di una Forma è il Numero e che il Numero è la materializzazione di un Suono che ne è lo spirito ….». Credo che sia questa l’unica via per ricongiungersi alle proprie radici più segrete. Quelle che ci diranno che veramente siamo un “suono vivente”.

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