La Parola perduta

MassoneriaCosa è andato perduto non è la Parola, ma la capacità di usare l’energia del suo suono.

La Parola perduta

di Athos A. Altomonte

Cosa è andato perduto non è la Parola, ma la capacità di usare l’energia del suo suono.

Le Parole evocatrici si basano sul criterio che tutte le parole sono simboli con potere di stimolare e provocare l’attività mentale, quando si sceglie la parola che esprime la qualità energetica che vogliamo evocare.

Una particolare energia può essere evocata attraverso la lettura, una parola ripetuta (v. mantram), o la visualizzazione di una immagine.

L’immagine visiva o uditiva produce un’impressione sull’inconscio plastico* e gradualmente agisce su di esso impressionandolo. Il ritmo da adottare per le Parole evocatrici, può essere continuativo, periodico, ripetitivo, ciclico, o a rotazione: l’importante è ripetere ordinatamente la tecnica.

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* Secondo la Psicosintesi, l’inconscio superiore dispone di una enorme riserva d’energia non ancora condizionata, detta plastica, perché capace di trattenere, ideare ed elaborare le impressioni procurate dall’apprendimento.

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La Parola Perduta

L’energia della parola è essenzialmente distruttiva. È un’emanazione sonora a forma di spirale, diviene conica quando si chiude. Perché raggiunga il suo culmine, l’energia della parola deve essere proiettata con l’ausilio della visualizzazione.

Diventa attrattiva dopo che la sonorità ha dissolto tutte “le forme esistenti” nello spazio d’operazione, dove si viene così a creare un vortice prolungato. Così, nel vuoto creatosi, vengono attratte forme energetiche collegate alla qualità di quello Spazio (v. eggregore).

L’energia della Parola fa vibrare l’energia fisica, silenziosa e assai più potente è quella che fa vibrare l’energia mentale.

Proiettata, distrugge e libera la sostanza energetica più sottile dai gusci di materiale energetico più lento. Questo, usando il linguaggio del mistico, è il Suono della Liberazione, la Grande Nota di Resurrezione spirituale che eleva l’Umanità al Luogo Segreto dell’Altissimo.

L’energia della parola silenziosa genera l’illuminazione armonizzando il centro cardiaco e la coscienza superiore della Psiche, dove le parole ed i suoni fisici non arrivano.

La Parola Perduta è un suono duplice, ed esprime il rapporto tra la Vita dello spirito e la Coscienza dell’anima. È anche il simbolo dell’uomo smarritosi nei tre mondi (fisico, pensiero ed anima), e il viaggio per ritrovarsi, ritrovandola, viene rappresentato nei tre gradi delle Logge Azzurre della Massoneria.

I Mistici l’hanno cercata, i Massoni hanno conservato la memoria della sua esistenza. Gli Iniziati devono dimostrare d’esserne in possesso.

Il Suono è l’unica espressione di Colui nel quale abbiamo la vita.

L’emanazione vocale di concetti sintetici (archetipi di forme-pensiero che la Dottrina iniziatica chiama «Luce di Conoscenza») aggiunta alla proiezione vibrante e multitonale della voce (il suono), si ripercuotono dai tre elementi dell’Iniziato (personalità-psiche-anima) emanandosi nello spazio circostante con un moto quieto (basse frequenze); attrattivo e magnetico; oppure ancora dinamico, distruttivo e purificatore.

Quelle onde e quei vortici di note e di toni, tutti con precisi valori cromatici, appaiono all’uomo comune, che ad esse psicologicamente soggiace, come delle Parole di Potere.

Quindi, il Potere della Parola che non incontra ostacoli nella mente di chi le ascolta, risiede nell’elevatezza e nella forza del concetto espresso, nella scelta dei termini e nella qualità delle note, nei ritmi dei toni di colui che emana quelle parole con la propria voce.

Il Potere della Parola risiede nella forza degli archetipi (la Conoscenza) che l’uomo, attraverso la sintesi mentale e senza distorsioni, riesce ad emanare anche ai livelli più bassi (lenti) del piano mentale.

Per questo la Tradizione sacra raccomanda l’inalterabilità dei testi arcaici, e mette in guardia dall’interpretare soggettivamente i Precetti iniziatici. Essi, per loro struttura, rispondono alle qualità degli archetipi ed alle caratteristiche dei Canoni che sono, di norma, intelligibili alla mente concreta. Questa, non potendone realizzare un immediato consumo o vantaggio personale, tende non tanto ad elevare se stessa, quanto ad abbassare al proprio livello quei Precetti che di quel sapere qualitativo e canonico sono il frutto.

L’Oratore che per funzione figura come “il verbo” nel microcosmo del Tempio massonico, evitando per quanto possibile quelle distorsioni, diviene simbolicamente l’emanazione del Sole che illumina e risveglia le due Colonne, percuotendo benevolmente, con la logica della conoscenza e con la forza delle parole, riesce a ravvivare di nuove idee la Forma mentis umida e passiva dei propri Fratelli.

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