Francken Manuscript /XIII grado (seconda parte)

Quattuor Coronati(segue Arco Reale – XIII grado)

Francken Manuscript /XIII grado

a cura di Franco Cenni

(segue Arco Reale – XIII grado)

Seguito dell’Iniziazione

Il Tre Volte Potente allora dichiara:

“In virtù dei poteri che mi sono stati trasmessi, vi adorno con il Gioiello dell’Ordine di questo Grado. Rappresenta il Delta scoperto dai nostri antichi Fratelli. Voi lo porterete al collo, sospeso ad un nastro color porpora che vi ricadrà sul petto. Il colore porpora del nastro simboleggia l’amore e l’amicizia che voi dovrete sempre portare all’Ordine in generale ed ai vostri Fratelli in particolare.

Andate dal Grande Ispettore che vi istruirà su tutto ciò che dovete sapere.”

Il nuovo cavaliere si reca dal Grande Ispettore, che gli insegna il Segno d’Ammirazione ed il Toccamento, a fingere di aiutarsi a sollevarsi l’un l’altro, poi gli dà la Parola, Hamal aheck Guibelum.

Chiusura

D: Cosa desiderate ancora da me, Rispettabile Fratello Ispettore?

R: La Perfezione e la felicità eterna.

D:Dio permetterà un giorno che i vostri voti possano compiersi!

R: Amen, Amen, Amen!

D: Che ora è?

R: È sera.

D: Avvisate i Rispettabili Fratelli che sto per chiudere questa Reale Loggia attraverso i numeri più perfetti e più misteriosi.

R: Rispettabili Fratelli, il Potentissimo sta per chiudere questa Reale Loggia attraverso i numeri più perfetti e più misteriosi.

Salomone allora batte tre volte tre colpi. Il Re di Tiro, il Grande Ispettore, il Gran Tesoriere e il Gran Segretario lo imitano. In seguito, il Grande Ispettore ordina:

“All’ordine, Fratelli miei!”

I due Re e tutti i Fratelli cadono in ginocchio ed eseguono il Segno di Ammirazione, poi fanno il Segno, la mano destra dietro la schiena, infine si aiutano reciprocamente ad alzarsi. I Fratelli salutano allora i due Re e Salomone dichiara:

“Questa Reale Loggia è stata chiusa secondo l’onore”.

Nota bene: il Gioiello che si porta in questo Grado ha la forma rotonda di una medaglia. È appeso ad un nastro di colore porpora portato intorno al collo. Su di una faccia del Gioiello deve esserci inciso una botola quadrata, chiusa da una ribalta rialzata avente un anello di ferro. Due figure sono chine sulla botola, con le teste vicine e tenendo sospeso Giubelum che discende con una corda legata intorno al suo corpo. Sull’altro verso della medaglia, o del Gioiello, si deve trovare il Delta, circondato, vicino ai bordi, dalle iniziali delle Parole: Regnante Sapientissimo Salomone, Guibelum, Joabert, Stolkin Invenerunt, Pretiosissimum Thesaurus, Artificium Subter Ruinas Enoch [16].

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È con questo Grado che la Leggenda di Hiram assume tutto il suo significato. Fino ad allora, c’era una specie di Chanson de Geste (Canzone di Gesta), le Gesta dei costruttori del Tempio. Hiram Abif, dotato di tutte le qualità umane, morto per avere protetto i suoi Giuramenti, doveva essere vendicato, sostituito, continuato. Ma niente, se questa non è la natura dell’edificio in corso, riuscirà a raggiungere la dimensione cosmica.

L’Arco Reale colloca l’episodio di Hiram in tutt’altra prospettiva. Ben oltre la costruzione di un Tempio, così importante poihè è il primo eretto alla Gloria dell’Eterno, si impone il mito del Nome Ineffabile. Ora si tratta qui del mito centrale dell’esoterismo ebraico e la sua importanza è paragonabile a quella del mito cristico, che costituisce il Grado dei Rosa+Croce, o a quello del mito del Graal, così importante nel XXX Grado.

In effetti, il mito del Nome Ineffabile non è solamente il mito centrale dello Zohar e della Cabala, è anche quello dell’esoterismo cristiano Giovanneo. Pertanto non è più sorprendente di ritrovarlo nell’esoterismo delle Logge di San Giovanni, precedente al sorgere o all’emergenza della Massoneria speculativa.

Gli indizi non mancano, per confermare questa opinione. Notiamo, con Jean Pierre Bayard [17], la convergenza con certe tradizioni compagnonesche. Ricordiamo l’importanza del Salmo 118:

“La pietra che i costruttori hanno rifiutato è diventata testa d’angolo [18]”.

Il problema dell’origine di questo Grado è complesso. Secondo J. M. Hamill [19], non sono stati ritrovati, a date anteriori al 1750, che riferimenti allusivi che permettevano di pensare che il Grado dell’Arco Reale esisteva già in Inghilterra.

Dalla sua fondazione nel 1753, la Grande Loggia degli “Antients” ha riconosciuto e praticato il Grado dell’Arco Reale che si inseriva dunque in una progressione che passava dalla Massoneria di Marque e i due Gradi di Eccellente e di Eccellentissimo.

Anche se il Manoscritto Sheffield [20] data secondo gli esperti dal periodo che va dal 1780 al 1785, sicuramente si tratta di una copia di un quaderno più vecchio. Benché si trattasse sempre di un Tempio sotterraneo, è scavando nelle fondamenta del Secondo Tempio che Zurubbabel, Esdra e Néhémia scoprirono la Volta Sacra. In generale, il rituale è d’ispirazione essenzialmente cristiana e comprende numerosi riferimenti al Cristo.

Al contrario, i rituali francesi, che si trattasse del quaderno del Grande Eletto di Londra,di quello della Loggia di Mirecourt, di quello della collezione Kloss [21] o di quello del Manoscritto Francken, tutti pongono la scoperta della Volta Sacra nel contesto della costruzione del Primo Tempio e citando Guibelum come principale protagonista.

Sebbene la prima elevazione al Grado dell’Arco Reale attestato in Inghilterra non sia anteriore al 1752, è spesso ammesso che il Grado era già conosciuto in Irlanda dal 1744, attraverso una importazione proveniente dal Rito di York. La sua evoluzione inglese, indipendente dallo Scozzesismo francese, è messa in risalto dall’articolo 19 delle Leggi e Regolamenti che stabilisce:

Che se un Fratello, ricevuto Massone dell’Arco Reale in una Loggia regolare di questo Grado, ma che non conosce i Gradi precedenti e chiede di appartenere a detta Loggia, dovrà conseguire progressivamente tutti i Gradi precedenti il tredicesimo, ma sarà dispensato da tutti i diritti di questi Gradi, ad eccezione della spesa per i Gioielli, i Grembiuli e le Sciarpe che dovrà acquistare.

Ma permane che il primo rituale conosciuto è redatto in francese e datato nel 1760. È quindi in effetti contemporaneo a quello di Francken, che si può datare dopo il 1755 poiché, nel suo Giuramento, l’impetrante giura fedeltà al Consiglio dei Principi di Gerusalemme. La menzione al Concistoro dei Principi del Real Segreto è certamente una aggiunta ulteriore di Francken.

È possibile accostare la Leggenda del Tempio di Enoch dalle righe 150 a 326 del Manoscritto Cookes. I figli di Lamekh, la sesta discendenza di Adamo dalla stirpe di Caino, vi ebbero un ruolo fondamentale: Jabal fonda la massoneria e la geometria, Joubal la musica, Toubal-Cain l’arte del fabbro, la loro sorella Na’ama la tessitura. Jabal, primogenito, scolpisce tutte le scienze su due colonne per proteggerle dagli attacchi dell’acqua e del fuoco. Dopo il diluvio, queste colonne sono ritrovate da Pitagora e da Hermes, che insegnano e promulgano le scienze che vi sono incise [22].

La relazione è toccante. Sarebbe interessante analizzare il mito di Lamech. È il settimo patriarca della stirpe di Caino, figlio primogenito di Adamo, e per questo ha la precedenza sul suo equivalente Enoch, discendente del ramo cadetto di Set. Egli porta su se stesso la maledizione della violenza e

“Si, ho ucciso un uomo per una mia ferita, un bambino per la mia piaga. Si, Caino subirà la vendetta sette volte e Lamech settantasette”. (Genesi 4, 23-24).

In effetti tutto il periodo di Cookes è ripreso dalla Bibbia (Genesi 4, 20-22) con due piccoli particolari vicini: il Jabal biblico è

“il padre di quanti abitano sotto le tende e presso il bestiame”

e Na’ama non è che nominata. Dobbiamo ricordare che i mestieri di fabbro, di costruttore e di tessitore furono tra i primi che si costituirono in Compagnonaggio, e che questi mestieri, come quello di musicante, in origine furono essenzialmente dei mestieri per i quali l’artigiano si spostava, portando i suoi strumenti e il suo saper fare là dove il bisogno lo chiamava, è difficile vedere qui una semplice coincidenza.

Per questi eredi di una lunga tradizione di operai emigranti il riferimento alla stirpe di Caino era l’affermazione della loro differenza. Non era più sopportabile qualche secolo dopo. Per le stesse ragioni che hanno portato a che Hiram fosse sepolto in un mausoleo fuori del Tempio, l’iniziato primordiale cessa di essere Lamech per diventare Enoch.

In effetti, nell’ambito cristiano, era perfettamente normale inumare Hiram nel Tempio. Non è il posto del martire? Ma questo era intollerabile per chi aveva una sensibilità ebraica o per quelli come gli ‘accettati’ del XVI secolo, che erano ardenti lettori della Bibbia……Nello stesso modo, per tali uomini, Caino e la sua discendenza restano maledetti. Enoch, al contrario, godeva di un particolare prestigio, quello dell’iniziato ai misteri divini. È significativo ricordare che, in Enoch I 14, 19-20, il patriarca è elevato sulla montagna e vi incontra la Gloria suprema.

Il passaggio da Lamech, Jabal e Toubalkain a Enoch è, in qualche modo, simbolico del passaggio dall’operativo allo speculativo.

È quindi interessante constatare che questo XIII Grado è stato uno dei più rimaneggiati. Abbiamo visto che la Massoneria inglese introduceva a questo punto Zorababel. Nel 1835, ebbe luogo una nuova modifica, con l’introduzione del rituale di Sussex, nel quale le affermazioni cristiane sono state espurgate. In Francia, il mito originale è stato completamente eliminato a beneficio di un racconto, certamente molto poetico, che però si ispira più all’ermetismo e all’albero sefirotico che alla leggenda di Hiram.

Un indice dell’anzianità del quaderno ricopiato da Franchen consiste precisamente nell’assenza di ogni riferimento a Zorobabel e al Secondo Tempio. L’ispirazione che vi dimora è risolutamente ed esclusivamente salomonica. Solamente nel XIV Grado saranno evocati gli avvenimenti successivi alla Dedica, dalla distruzione del Tempio alla Massoneria moderna, passando attraverso le Crociate. Era perfettamente regolare se lo si colloca nel contesto di una Massoneria di Perfezione culminante sia nel Cavaliere d’Oriente, sia nel Principe di Gerusalemme. Tutto ciò cessò d’essere quando il Rito di Perfezione aggiunse alla Massoneria Simbolica, dal I al XIV Grado, degli Alti Gradi che alla fine condussero al R.S.A.A.

Nella misura stessa in cui l’antico rituale dava tutta la sua ampiezza al mito centrale della Massoneria di Perfezione, è permesso pensare che queste sostituzioni abbiano toccato l’essenza stessa della Massoneria.

Così, il fatto d’aver evitato l’invocazione forte, alla quale Dio non può più sottrarsi che il Cristo non può sottrarsi alla consacrazione dell’ostia, divenendo carnalmente presente al richiamo del prete, non permette più di capire perché certe Parole non possano essere pronunciate.

Si trova così, e questo è perduto da quando la trasformazione di fondo subita nel XIII Grado nel momento dell’introduzione delle innovazioni pseudo-cabalistiche, la chiave della Parola di Apprendista “io non so né leggere né scrivere, so solo compitare”. A questa sola osservazione giustificherebbe una restaurazione!

Una nota può essere fatta sul modo di deformare gli ebraismi. Il nostro testo riporta la parola Arunia per indicare il luogo sul quale è costruito il Tempio.

La Bibbia (II Croniche 3, 1) indica “sul monte Moryah, sull’area di Ornan”. È interessante notare che la Vulgata scrive “Ornan” parola ebraica che diventa, per il Manoscritto, Arunia. Si ritrova la -a- ( per un errore di pronuncia di aleph), le -r- (resh) – e le –n- (noun). Mancano solamente la noun finale e i punti vocali. È quindi possibile azzardare una ipotesi: i redattori del rituale iniziale hanno fatto riferimento direttamente al testo biblico ebraico senza passare per le traduzioni classiche, ma, scadenti ebraisti, si sono sbagliati nella vocalizzazione.

Si sarà notato che le Parole di Passo delle differenti Arcate si ritrovano, la sola eccezione è per Johabulum, nei Nomi che compongono il Nome misterioso. Nell’uno e nell’altro caso, si tratta di Nomi divini sostituiti la cui deformazione è talune volte tale che sfida qualsiasi tentativo di reintegrazione. I tegolatori, dopo Vuillaume, hanno rigirato la difficoltà risolvendola più o meno totalmente.

Segnaliamo che la collezione Kloss comprende un Rituale dell’Arco Reale che sembra abbastanza antico e che cita come Parola Sacra le tre parole Giblim, Giblum, e Moabon, mentre la Parola di Passo è Gabaon. Allo stesso modo, il rituale di Mirecourt dà come Parola di Passo “Io sono colui che sono” e una Parola in Loggia che è Jabulum, che deve essere pronunciata sillaba per sillaba.

Il Rituale dell’Arco Reale del fondo Willermoz [23] dissimula i Segni, le Parole, il Toccamento in una specie di testo criptato, decifrabile con l’aiuto di un “quarré”. Le Parole sono Guibelum e Dominus Lux vobiscum.

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Note

16. Sotto il regno di Salomone i Tre Saggi, Guibelum, Joabert e Stolkin trovarono, tesori inestimabili, i segreti del Mestiere sotto le rovine del Tempio di Enoch. (torna al testo)

17. Jean-Pierre Bayard, Le Simbolisme Maconnique des Hauts Grades, le Prisme, Parigi 1975. (torna al testo)

18. Salmo 118, 22 (traduzione di Chouraqui). (torna al testo)

19. J. M. Hamill, I Manoscritti dell’Arco Reale, Villard de Honnecourt 5 (1982), p. 95-113. (torna al testo)

20. Sheffield Ritual of Royal Arch, Latomia, Helmond, Olanda. (torna al testo)

21. Manoscritto XXXIV I-V, Tomo IV, p. 143-185, fac-simile Latomia, Helmond (1982). (torna al testo)

22. Questa leggenda è rimasta presente nell’immaginario collettivo. Ne vedo come prova il verso di Hugo: “Allora Tubalcai, padre dei fabbri”. (torna al testo)

23. Lione MMW 5931. (torna al testo)

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